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giovedì 4 gennaio 2018

04-05.01.2018 a Pontianak

Facciamo di buon mattino, dato che alle due del pomeriggio già chiudono, la visita del Museo del Kalmantan Barat (Kalimantan Occidentale). Il viaggio di ca 15 minuti fra l'intenso traffico lo facciamo in taxi, con il taxista che si impegna al massimo per conversare con noi con il poco inglese che sa. Capisco poi che sfrutta cosi elegantemente noi turisti per fare lezioni di conversazione in inglese. Quando glie lo dico un po ironicamente, lui me lo conferma con un ampio sorriso di approvazione.

Il Museo è molto interessante e ben documentato, ogni oggetto esposto è descritto in indonesiano e in inglese. 
All'inizio ci segue una giovane molto carina e di apparenze cinesi guida che si impegna al massimo per darci delle indicazioni in inglese. Le chiediamo se è di qui e lei ci risponde quasi come se fosse imbarazzata, no sono giapponese, sono nata qui da genitori immigrati. Proprio quando stiamo per uscire arriva un bel rovescio tropicale che ci costringe a fare, prima una pausa all'uscita ,e poi a rifugiarci nel vicino caffè Red House. Qui rimaniamo fino alla fine del temporale e facciamo servire due cappuccini. A nostra sorpresa sono ottimi e non hanno nulla da invidiare ai nostri! La schiuma viene addirittura decorata con il disegno di una palma. Sul ritorno passiamo davanti al Politeknik e all'Universitas dove davanti spicca una pista per “skate border” che si stanno, con non poche difficoltà, esercitando a pattinare. Appena ci vedono corrono a farsi fotografare e mostrarci le loro un po ancora scarse abilità. Sono simpatici e non vorrebbero smettere di mettersi in mostra! Poi entriamo a visitare un Tman Arboretum, una specie di parco con piante e arbusti vari nel loro ambiente pantanoso. Vi incontriamo un gruppo di giovani che ci vogliono accompagnare nelle breve passeggiata e farsi fotografare. Con quella del sely è una mania che si sta
propagando dappertutto. Appena vedono un turista, un Orang Turis (letteralmente: Uomo Turista), lo seguono per farsi fotografare assieme. Normalmente è bello avere questi contatti, ma qualche volta possono essere troppi. Prima di rientrare all'hotel passiamo da un “Money Exchanger” per cambiare i Ringitt malesi rimasti in Rupie indonesiane. A cena ritorneremo nella zona del porto dei Ferry per cenare nell'accogliente ristorante dell'hotel Gran Kartika sulla riva del fiume.


Secondo giorno
Fatto subito dopo colazione una lunga camminata nella zona del lungofiume alla ricerca del punto di imbarco delle imbarcazioni che partono per percorsi fluviali. Qui nel Kalimantan Occidentali le grandi vie di trasporto sono i fiumi che sono navigabili per migliaia di chilometri. Dove non si arriva con la strada arriva si arriva facilmente tramite i fiumi ed i canali. Lo notiamo subito vedendo quanti camion vengono caricati e scaricati nella caotica zona del porto.
Poi, mentre inizia a piovere, ci dobbiamo rifugiare in un
ristorante per marinai e gente locale. Ordiniamo due cappuccini, immaginandoci quelli ricevuti ieri vicino al Museo, ma quello che riceviamo sono delle brodaglie preparate con le bustine (3 in 1) caffè liofilizzato, tipo Nescafè, con latte in polvere e molto .. molto zucchero. Di tutto il contenuto, badando bene di non mescolarlo, ne beviamo al massimo due o tre sorsi. Qui siamo gli unici turisti e veniamo osservati come fossimo degli extra terrestri, non mancano quelli, magari un po timidi che cercano di farsi dei selfy con noi in sottofondo. Terminata la pioggia ci rifugiamo nel vicino hotel Orchards
dove passeremo un paio di ore a navigare su internet e a farci servire due ottimi succhi di avocado. Sul ritorno passiamo poi a visitare l'enorme cattedrale di San Giuseppe che si trova nelle vicinanze del nostro hotel Kini. È una costruzione in cemento armato di dimensioni sproporzionate rispetto agli edifici dei dintorni. Anche all'interno è
Pontianak città sull'equatore, visto qui uno dei tanti monumenti alla linea dell'equatore. Dopo più di una ora in attesa sull'imbarcazione che non vuole partire, decidiamo di rinunciare per andare a mangiare bene allo strano ristorante italiano di nome Cazasuki, pare più giapponese che italiano. La cena a base di pesce per Maggie e bistecca per me è comunque abbondante e buona, così comme il
dessert offerto a base di cassava (o tapioca) addolcita.

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