Facciamo
di buon mattino, dato che alle due del pomeriggio già chiudono, la visita del Museo
del Kalmantan Barat (Kalimantan Occidentale). Il viaggio di ca 15
minuti fra l'intenso traffico lo facciamo in taxi, con il taxista che
si impegna al massimo per conversare con noi con il poco inglese che
sa. Capisco poi che sfrutta cosi elegantemente noi turisti per fare
lezioni di conversazione in inglese. Quando glie lo dico un po ironicamente, lui me lo
conferma con un ampio sorriso di approvazione.
Il Museo è molto
interessante e ben documentato, ogni oggetto esposto è descritto in
indonesiano e in inglese.
All'inizio ci segue una giovane molto
carina e di apparenze cinesi guida che si impegna al massimo per
darci delle indicazioni in inglese. Le chiediamo se è di qui e lei
ci risponde quasi come se fosse imbarazzata,
no sono giapponese, sono nata qui da genitori immigrati. Proprio
quando stiamo per uscire arriva un bel rovescio tropicale che ci
costringe a fare, prima una pausa all'uscita ,e poi a rifugiarci nel
vicino caffè Red House. Qui rimaniamo fino alla fine del temporale e
facciamo servire due cappuccini. A nostra sorpresa sono ottimi e non
hanno nulla da invidiare ai nostri! La schiuma viene addirittura
decorata con il disegno di una palma. Sul ritorno passiamo davanti al
Politeknik e all'Universitas dove davanti spicca una pista per “skate
border” che si stanno, con non poche difficoltà, esercitando a
pattinare. Appena ci vedono corrono a farsi fotografare e mostrarci
le loro un po ancora scarse abilità. Sono simpatici e non vorrebbero
smettere di mettersi in mostra! Poi entriamo a visitare un Tman
Arboretum, una specie di parco con piante e arbusti vari nel loro
ambiente pantanoso. Vi incontriamo un gruppo di giovani che ci
vogliono accompagnare nelle breve
passeggiata e farsi fotografare. Con quella del sely è una
mania che si sta propagando dappertutto. Appena vedono un turista, un Orang Turis (letteralmente: Uomo Turista), lo seguono per farsi fotografare assieme. Normalmente è bello avere questi contatti, ma qualche volta possono essere troppi. Prima di rientrare all'hotel passiamo da un “Money Exchanger” per cambiare i Ringitt malesi rimasti in Rupie indonesiane. A cena ritorneremo nella zona del porto dei Ferry per cenare nell'accogliente ristorante dell'hotel Gran Kartika sulla riva del fiume.
Secondo giorno
Fatto subito dopo colazione una lunga camminata nella zona del lungofiume alla ricerca del punto di imbarco delle imbarcazioni che partono per percorsi fluviali. Qui nel Kalimantan Occidentali le grandi vie di trasporto sono i fiumi che sono navigabili per migliaia di chilometri. Dove non si arriva con la strada arriva si arriva facilmente tramite i fiumi ed i canali. Lo notiamo subito vedendo quanti camion vengono caricati e scaricati nella caotica zona del porto.
Fatto subito dopo colazione una lunga camminata nella zona del lungofiume alla ricerca del punto di imbarco delle imbarcazioni che partono per percorsi fluviali. Qui nel Kalimantan Occidentali le grandi vie di trasporto sono i fiumi che sono navigabili per migliaia di chilometri. Dove non si arriva con la strada arriva si arriva facilmente tramite i fiumi ed i canali. Lo notiamo subito vedendo quanti camion vengono caricati e scaricati nella caotica zona del porto.
Poi,
mentre inizia a piovere, ci dobbiamo rifugiare in un
ristorante per marinai e gente locale. Ordiniamo due cappuccini, immaginandoci quelli ricevuti ieri vicino al Museo, ma quello che riceviamo sono delle brodaglie preparate con le bustine (3 in 1) caffè liofilizzato, tipo Nescafè, con latte in polvere e molto .. molto zucchero. Di tutto il contenuto, badando bene di non mescolarlo, ne beviamo al massimo due o tre sorsi. Qui siamo gli unici turisti e veniamo osservati come fossimo degli extra terrestri, non mancano quelli, magari un po timidi che cercano di farsi dei selfy con noi in sottofondo. Terminata la pioggia ci rifugiamo nel vicino hotel Orchards
dove passeremo un paio di ore a navigare su internet e a farci servire due ottimi succhi di avocado. Sul ritorno passiamo poi a visitare l'enorme cattedrale di San Giuseppe che si trova nelle vicinanze del nostro hotel Kini. È una costruzione in cemento armato di dimensioni sproporzionate rispetto agli edifici dei dintorni. Anche all'interno è
ristorante per marinai e gente locale. Ordiniamo due cappuccini, immaginandoci quelli ricevuti ieri vicino al Museo, ma quello che riceviamo sono delle brodaglie preparate con le bustine (3 in 1) caffè liofilizzato, tipo Nescafè, con latte in polvere e molto .. molto zucchero. Di tutto il contenuto, badando bene di non mescolarlo, ne beviamo al massimo due o tre sorsi. Qui siamo gli unici turisti e veniamo osservati come fossimo degli extra terrestri, non mancano quelli, magari un po timidi che cercano di farsi dei selfy con noi in sottofondo. Terminata la pioggia ci rifugiamo nel vicino hotel Orchards
dove passeremo un paio di ore a navigare su internet e a farci servire due ottimi succhi di avocado. Sul ritorno passiamo poi a visitare l'enorme cattedrale di San Giuseppe che si trova nelle vicinanze del nostro hotel Kini. È una costruzione in cemento armato di dimensioni sproporzionate rispetto agli edifici dei dintorni. Anche all'interno è
Pontianak
città sull'equatore, visto qui uno dei tanti monumenti alla linea
dell'equatore. Dopo
più di una ora in attesa sull'imbarcazione che non vuole partire,
decidiamo di rinunciare per andare a mangiare bene allo strano
ristorante italiano di nome Cazasuki, pare più giapponese che
italiano. La cena a base di pesce per Maggie e bistecca per me è
comunque abbondante e buona, così comme il
dessert offerto a base di cassava (o tapioca) addolcita.
dessert offerto a base di cassava (o tapioca) addolcita.
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