Alzati
anche oggi con le prime luci dell'alba e fatto una ottima colazione
con un buon caffè nero papuano nell'accogliente ristorante del
Baliem Pilamo Hotel. Non essendo però contenti della camera per i
cattivi odori del fumo e dallo scarico del bagno, che non riusciamo
ad eliminare neanche aprendo le finestre, decidiamo di guardare in
giro per un posto migliore. Partiamo quindi subito a piedi alla
ricerca , prima al vicino Rannu Jaya, non male, ma solo con camere
senza finestre; poi al più lontano Hotel Rainbow (in indonesiano
Pelangi)
che ci convince subito per la pulizia e lo spazio aperto,
arioso e tranquillo all'esterno delle camere. Detto fatto decidiamo
di abbandonare il seppur confortevole Baliem Pilamo per il Rainbow.
Prendiamo così tutti i bagagli per partire con un risky (bici a tre
ruote con carico anteriore) per farci portare fino alla nuova
destinazione. Questi trabiccoli sgangherati sembrano piccoli ma
riescono a trasportare, seppure un po stretti, noi due con gli zaini
e i 30Kg di bagagli che abbiamo con noi. Ci incamminiamo poi per
andare al posto di polizia, vicino al mercato centrale per richiedere
il Surat Jalan, il permesso per visitare la regione. Qui incontriamo
un turista giapponese che ci era già stato ieri e che ci guida verso
l'ufficio dove allestiscono questo tipo di documento. L'addetto ci
dice però che non riescono a stamparlo subito, ma ce lo farà
portare all'hotel.
Seguendo il giapponese andiamo all'agenzia Papua.com per farci dare le necessarie informazioni per organizzare i tour nella regione. Nei locali dell'agenzia vi è anche un Internet Caffè il tutto cablato con un incredibile groviglio di cavi, di cui vedete una foto a lato. Qualcuno direbbe: eppure funziona!! Salutato il giapponese rientriamo all'hotel dove pranziamo nel ristorante annesso. Per Maggie sarà un vero calvario, per ordinare un menù senza carne ordina una minestra di verdura (Cap cay sayur), ma nella minestra trova dei pezzetti di pollo. La cameriera imbarazzata si scusa dicendo che non lo sapeva neanche lei. Per finire Maggie si accontenterà di un uovo fritto e delle pommes frittes. Abbiamo imparato però che anche i menù di verdura possono avere della carne non dichiarata!
Terzo giorno > Valle del Baliem Nord foto seguono
Il sogno di ogni Dani |
Seguendo il giapponese andiamo all'agenzia Papua.com per farci dare le necessarie informazioni per organizzare i tour nella regione. Nei locali dell'agenzia vi è anche un Internet Caffè il tutto cablato con un incredibile groviglio di cavi, di cui vedete una foto a lato. Qualcuno direbbe: eppure funziona!! Salutato il giapponese rientriamo all'hotel dove pranziamo nel ristorante annesso. Per Maggie sarà un vero calvario, per ordinare un menù senza carne ordina una minestra di verdura (Cap cay sayur), ma nella minestra trova dei pezzetti di pollo. La cameriera imbarazzata si scusa dicendo che non lo sapeva neanche lei. Per finire Maggie si accontenterà di un uovo fritto e delle pommes frittes. Abbiamo imparato però che anche i menù di verdura possono avere della carne non dichiarata!
Alla
ricezione conosciamo la guida Kosman
Kogoya che in buon inglese ci spiega come possiamo organizzare
i nostri trekking personalizzati della regione. Lui purtroppo è
occupato per tre giorni con un altro gruppo ma chiama e ci fa
conoscere il suo collega Sadrak
Asso con il quale discutiamo e definiamo i termini delle
nostri desideri. Escludiamo le visite di ogni genere con spettacoli
folcloristici e altro, organizzati solo come attrazione fotografica
per turistica. A queste preferiamo visitare e vedere i panorami della
regione e dei vari villaggi
dove abitano ancora queste etnie tipiche di questa parte di Papua, i Dani, gli Yani e i Korowai. Dato che siamo nel periodo delle piogge, per evitare inconvenienti specialmente nel tardo pomeriggio e la notte, escludiamo anche i tour di più giorni. Infine decidiamo per due tour separati, uno, quello di domani, verso il Sud della valle del Baliem per vedere i paesaggi e l'altro verso il nord per vedere i villaggi, delle mummie e una sorgente di acqua salata. Sadrak è molto disponibile e ci da molti consigli utili su come prepararci e cosa prendere con noi. Domani è domenica, i negozi sono chiusi e non circolano mezzi pubblici quindi ci organizza lui un'auto per trasportarci al posto di partenza la mattina e venirci a riprendere all'arrivo dall'altra parte della valle per riportarci a Wanema. Chiarito tutto, inclusi i costi e le
modalità di pagamento ci diamo appuntamento per domani alle otto
davanti all'hotel. La sera andiamo a cenare al Caffè Pilamo e fare
rifornimento alla vicina e ben fornita Bakery, prima di passare al
mercato a comperare un cespo di banane ed un ananas per domani.
Facciamo poi appena in tempo a rientrare all'hotel che inizia a
piovere … e pioverà quasi tutta la notte!
dove abitano ancora queste etnie tipiche di questa parte di Papua, i Dani, gli Yani e i Korowai. Dato che siamo nel periodo delle piogge, per evitare inconvenienti specialmente nel tardo pomeriggio e la notte, escludiamo anche i tour di più giorni. Infine decidiamo per due tour separati, uno, quello di domani, verso il Sud della valle del Baliem per vedere i paesaggi e l'altro verso il nord per vedere i villaggi, delle mummie e una sorgente di acqua salata. Sadrak è molto disponibile e ci da molti consigli utili su come prepararci e cosa prendere con noi. Domani è domenica, i negozi sono chiusi e non circolano mezzi pubblici quindi ci organizza lui un'auto per trasportarci al posto di partenza la mattina e venirci a riprendere all'arrivo dall'altra parte della valle per riportarci a Wanema. Chiarito tutto, inclusi i costi e le
Al Rainbow hotel |
Secondo
giorno > Valle del Baliem sud
La
colazione al Raibow è veramente minimalista, solo caffè nero o thè
e del riso e verdure freddo; per fortuna abbiamo preso ieri un ananas
e delle banane! Poi preparato tutto l'escursione di oggi convenuta
con la guida Sadrak che ci raggiunge puntuale alle otto. Dobbiamo
però attendere 15 minuti l'arrivo del mezzo di trasporto, una
vecchia auto 4x4 a sei posti che deve aver fatto la storia della
valle. Qui le strade sono, in parte non asfaltate, e quelle che lo
sono, sono in cattivo stato. Per circa 40 minuti percorriamo la
strada verso
sud, prima a lato dell'aeroporto, poi verso un valle laterale del fiume Baliem passando per Magapurama e Pugima fino a Hitigima, ad un punto dove il fango sulla strada sterrata non ci lascia più continuare. L'autista, con non poche acrobazie nel fango, riesce a girare e ritornare, mentre noi continuiamo a piedi verso la regione montagnosa laterale del Baliem. Attorno vediamo alcuni insediamenti dei Dani e ne incontriamo alcuni, donne e ragazzi che come ci dice Sadrak vanno verso la chiesa per la messa domenicale. Queste popolazioni tribali
sono state “scoperte” dai bianchi solo nel 1938, ma sono state cristianizzate velocemente dai vari missionari accorsi qui a “civilizzarli” e ad “accaparrarsi” le loro anime. Attualmente, come ci dice Sadrak, sono in prevalenza protestanti, ma le varietà religiose sono molte e non sempre ben identificabili. Sull'altro capitolo, quello della sempre maggiore presenza mussulmana, ne parlerò più avanti. Intanto noi procediamo verso la fine della valle facendo molta attenzione a non rimanere infangati nelle pozze riempitesi per la pioggia notturna. Poi quando iniziamo a salire il problema del fango finisce, ma inizia quello della fatica in salita e del sole molto intenso, che mi causerà fino a sera una bella bruciatura intono al collo rimasto scoperto dalla maglietta. Il paesaggio, con la vista attorno, man mano che saliamo diventa sempre più spettacolare con tanto verde, le montagne fatte risaltare da un magnifico cielo azzurro. Arrivati al punto più elevato, secondo Sadrak attorno ai duemila metri, riusciamo a vedere in lontananza, non solo il percorso fatto, ma anche quello a sali e scendi che faremo nel proseguo. Causa il disboscamento avvenuto già nel lontano passato manca purtroppo la vegetazione tropicale, presente solo in piccole parti sulle zone laterali scoscese delle valli. Tutta la regione che percorriamo presenta una vegetazione di erba dura e piccoli arbusti, in gran parte secchi che vengono raccolti come legna da ardere. Verso le 12.30 ci fermiamo in uno degli unici posti all'ombra per fare uno spuntino a base di banane e panini imbottiti di cocco comperati alla “Pilamo Bakery” di Wamena. Davanti a noi si presenta lo spettacolo di una enorme frana scesa recente aprendo una gigantesca ferita nella montagna davanti a noi. Sadrak ci dice che per fortuna ha fatto solo danni materiali, non coinvolto nessuno. Noi poi scendiamo proprio a valle della frana dove un ponte pedonale sospeso sul fiume Baliem ci permette di arrivare dall'altra parte dove attende per il ritorno l'autista di stamattina. Prima di prendere la strada principale dobbiamo attraversare una buona parte della zona piena di materiale sceso con la frana. Rientriamo belli stanchi a fare una bella doccia e riposarci per il resto della serata.
sud, prima a lato dell'aeroporto, poi verso un valle laterale del fiume Baliem passando per Magapurama e Pugima fino a Hitigima, ad un punto dove il fango sulla strada sterrata non ci lascia più continuare. L'autista, con non poche acrobazie nel fango, riesce a girare e ritornare, mentre noi continuiamo a piedi verso la regione montagnosa laterale del Baliem. Attorno vediamo alcuni insediamenti dei Dani e ne incontriamo alcuni, donne e ragazzi che come ci dice Sadrak vanno verso la chiesa per la messa domenicale. Queste popolazioni tribali
sono state “scoperte” dai bianchi solo nel 1938, ma sono state cristianizzate velocemente dai vari missionari accorsi qui a “civilizzarli” e ad “accaparrarsi” le loro anime. Attualmente, come ci dice Sadrak, sono in prevalenza protestanti, ma le varietà religiose sono molte e non sempre ben identificabili. Sull'altro capitolo, quello della sempre maggiore presenza mussulmana, ne parlerò più avanti. Intanto noi procediamo verso la fine della valle facendo molta attenzione a non rimanere infangati nelle pozze riempitesi per la pioggia notturna. Poi quando iniziamo a salire il problema del fango finisce, ma inizia quello della fatica in salita e del sole molto intenso, che mi causerà fino a sera una bella bruciatura intono al collo rimasto scoperto dalla maglietta. Il paesaggio, con la vista attorno, man mano che saliamo diventa sempre più spettacolare con tanto verde, le montagne fatte risaltare da un magnifico cielo azzurro. Arrivati al punto più elevato, secondo Sadrak attorno ai duemila metri, riusciamo a vedere in lontananza, non solo il percorso fatto, ma anche quello a sali e scendi che faremo nel proseguo. Causa il disboscamento avvenuto già nel lontano passato manca purtroppo la vegetazione tropicale, presente solo in piccole parti sulle zone laterali scoscese delle valli. Tutta la regione che percorriamo presenta una vegetazione di erba dura e piccoli arbusti, in gran parte secchi che vengono raccolti come legna da ardere. Verso le 12.30 ci fermiamo in uno degli unici posti all'ombra per fare uno spuntino a base di banane e panini imbottiti di cocco comperati alla “Pilamo Bakery” di Wamena. Davanti a noi si presenta lo spettacolo di una enorme frana scesa recente aprendo una gigantesca ferita nella montagna davanti a noi. Sadrak ci dice che per fortuna ha fatto solo danni materiali, non coinvolto nessuno. Noi poi scendiamo proprio a valle della frana dove un ponte pedonale sospeso sul fiume Baliem ci permette di arrivare dall'altra parte dove attende per il ritorno l'autista di stamattina. Prima di prendere la strada principale dobbiamo attraversare una buona parte della zona piena di materiale sceso con la frana. Rientriamo belli stanchi a fare una bella doccia e riposarci per il resto della serata.
Terzo giorno > Valle del Baliem Nord foto seguono
Colazione
arricchita della pasticceria dolce e salata acquistata ieri alla
ottima “Pilamo Backery”, senza la quale sarebbe stato per noi
dura a trovare altro da mangiare che i soliti crackers e biscotti.
Poi approfitto del collegamento Internet tramite l'hotspot del
cellulare di Maggie con SIM Card indonesiana. Non è superveloce, ma
con un po di pazienza, almeno funziona! Riesco cosi a prenotare il
volo di domani per Jayapura e a consultare dopo tre giorni nuovamente
le e-mail. Alle 9.15 arriva la nostra guida Sadrak per partire con i
minibus pubblici verso Jiwima, la destinazione del tour di oggi. Per
arrivarci dobbiamo cambiare minibus all'uscita di Wanema vicino al
già ben animato mercato.
Il
percorso, a differenza di quello di ieri, è verso il nord della
valle del Baliem e la strada è asfaltata e in buone condizioni. Già
sul percorso vediamo vari insediamenti dei Dani con le loro case
rotonde con il tetto in paglia. Raggiunto il villaggio di Jiwica
inizia per noi un poco piacevole “calvario” confrontati con vari
Dani nudi e seminudi che si mostrano con l'evidente intenzione di
farsi fotografare. Ma, da come siamo stati istruiti da Sadrak, qui
tutto è a pagamento e ha un suo tariffario molto poco trattabile.
Jiwica è famoso per custodire una Mummia di un loro capo tribù di
350 anni fa e per avere nelle vicinanze una sorgente di acqua salata
dalla quale estraggono il sale ancora oggi. Noi iniziamo con la
presentazione nel mezzo delle loro capanne, della Mummia sacra trame
uno che sembra essere il capo Dani. Il permesso per fotografare la
Mummia costa la non indifferente cifra di 180KRp (circa 15 CHF): ogni
foto di una persona, da contrattare singolarmente costa 10kRp (70ct)
per ogni persona. Dire di non voler fotografare, dopo essere venuti
fino a qui, è quasi impossibile. Ci limitiamo così a fotografare
dolo che scelgo la Mummia, una donna con bambina ed un Dani uomo
anziano. Devo però confessare che in tutto questo ambiente “cerca
soldi” non ci siamo trovati a nostro agio, anche perché ci vengono
insistentemente offerti i loro souvenirs. Vedendoli continuamente a
fumare, e le sigarette qui non sono proprio a buon mercato, ho
purtroppo la certezza che tutti i soldi incassati dai turisti vanno a
finire “letteralmente in fumo”. Discutendone con Sadrak, anche
lui un accanito fumatore, ci conferma indirettamente di questa
realtà. Fumare costa .. e fumare tutto il giorno costa molto! Lui ci
dice inoltre di essere, oltre che guida di trekking, insegnante di
scuola elementare e di insegnare in un villaggio a 8 ore di
motocicletta da Jakima dove abita, rientra quindi a casa solo il
weekend. Poi parlando del tema di ieri al riguardo dell'influsso
islamico ci dice che in effetti continuano ad arrivare persone da
Jawa, Sulawesi, Sumatra e altre regioni per insediarsi negli uffici
governativi, nella sanità e nelle scuole aumentando cosi il loro
influsso sulla società papuana. Noi poi partiamo, accompagnati da
due donne ed una bambina per fare la salita di circa 1.5 ore fino
alla sorgente di acqua salata. Partiamo da una zona pantanosa cosi
che in poco tempo abbiamo già le scarpe infangate, poi si sale in
parte ripidamente verso la valle nella foresta Le nostre
accompagnatici seminude sono a piedi nudi e camminano meglio di noi.
Poche centinaia di metri dalla sorgente inizia a piovere ciò che
complica la già difficile situazione con la scivolosità del
sentiero. Assistiamo sotto la pioggia al processo di estrazione del
sale. Prima vengono tagliati e spappolati dei tronchi di banano, poi
vengono immersi per un'ora ad assorbire l'acqua salata. Infine
vengono portati nel villaggio, fatti essiccare al sole e bruciati. Le
ceneri salate sono il sale per la loro cucina. Noi viste le
condizioni atmosferiche avverse abbreviamo il processo e ci avviamo
al ritorno fra sassi e fango scivolosissimi. Per fortuna la pioggia
cessa un po e possiamo rientrare incolumi, riprendere il minibus e
rientrare a Wanema. Qui i bus sono molto ben sfruttati, nel nostro,
un Minibus con 16 posti contiamo, incluso l'autista, ben 27 persone
più un cane … senza contare le scatole ed i sacchi sistemati nella
cabina e sul tetto!
Poi
stasera dopo il rientro e la doccia, mentre vogliamo uscire a cena,
inizia a piovere … piovere e piovere. Facciamo quindi una
frugale cena in camera con tutti i resti rimastici.
Per
finire, per gli eventuali interessati, ecco due interessanti contatti
per i tours a Wanema:
Sadrak
Asso, sandrakasso@yahoo.com,
info@jefalgitours; tel. 0821
9892 9662
Altra
guida su Lonle Planet: Kosman Kogoya kogoya.kosman@gmail.com
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